| Aperta Mundi |
| Aperta Mundi |
Fabrizio Volpi - Musica/Progetto
Kris Drago - Disegni
Nicola Gori - Artista 3D
Luca Burocchi - Ingegnere del Suono
Aperta Mundi cerca di esplorare le potenzialità dello strumento solista cercando di misurarsi con la sua dimensione intima.
Intimo, secondo l'etimologia, è ciò che risiede nella parte più interna, nascosta allo sguardo esterno, è ciò che normalmente possiamo conoscere dopo un lungo tempo di vicinanza, che ci porta a sfrondare pazientemente gli aspetti più esteriori e superflui e a conoscerne il nucleo, l'identità profonda.
Ogni brano cerca di cristallizzare nel suono questa particolare dimensione sfruttando le caratteristiche timbriche, dinamiche e tecniche degli strumenti, ricorrendo talvolta anche all'uso dell'elettronica. Non c'è limite al numero degli strumenti che parteciperanno al progetto poichè nasce come un percorso sonoro immaginario senza una meta conclusiva che ne possa esaurire l'ispirazione.
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Tutti i brani sono scritti in forma aforistica per racchiudere l'esperienza sonora in un breve intervallo di tempo ed organizzati in fasce sonore (layers) sovrapposte. Come il terreno i cui diversi strati che, pur mantenendo le loro caratteristiche, sedimentando acquistano una struttura compatta ed unitaria, così anche i singoli layers sono allo stesso tempo totalmente indipendenti e parte del tutto.
-| APERTA |-
I layers possono essere suonati in qualsiasi ordine, combinandoli tra loro o tutti contemporaneamente (il brano completo) e la scelta è demandata totalmente all'interprete: il performer non solo realizza l'esecuzione del brano ma è invitato anche a sceglierne liberamente la drammaturgia, (ri)organizzando i singoli layers in base al numero di combinazioni possibili e modificando quindi attivamente la durata, la struttura ed il flow dell'intero brano.
Questo particolare aspetto, favorito dalla brevità dei brani, è uno dei pilastri fondanti di tutto il progetto poiché offre potenzialmente la possibilità di realizzare performances live sempre differenti, dove, ciascun brano, può essere modificato e (ri)organizzato sempre in modo differente, esclusivamente in base alle proprie (del performer) scelte estetiche.
Estremizzando, si potrebbero suonare i singoli layers come intermezzi tra i brani di un recital...come un sottile fil rouge pazientemente intessuto nella trama sonora del concerto che rivela soltanto alla fine (suonando il brano nella sua completezza) il suo disegno...
III - Intimità Inquieta
contrabbasso
Giacomo Piermatti
IV - Intimità Spezzata
sax baritono
MIchele Bianchini